Quella appena iniziata è l’ultima settimana di maggio, una settimana che tutti gli anni precedenti ha visto la maggior parte degli italiani con le idee chiarissime su cosa fare per le vacanze estive, dove andare e come trascorrere le proprie ferie. Quest’anno la situazione è ben diversa. L’estate è praticamente alle porte ma ci trova ancora confusi e impreparati su dove andare, come muoverci e come organizzare ferie e viaggi nel rispetto di normative, chiusure e riaperture delle attività.
Vista la necessità di continuare a mantenere alta la guardia sulla questione contagi, si è molto discusso e ancora si discute sulla possibilità di riaprire gli stabilimenti balneari e, nel caso di riaperture, su come organizzarsi per rispettare le normative sul distanziamento sociale. Mentre vengono finalmente diffuse le linee guida del governo, che parlano di uno spazio minimo di dieci metri quadrati per ombrellone e specificano che non si potranno posizionare le sdraio a meno di un metro e mezzo l’una dall’altra, un dato è praticamente certo: l’estate 2020 sarà la più cara di sempre per i bagnanti.
È il Codacons a lanciare l’allarme: per rispettare le nuove normative gli stabilimenti balneari saranno costretti ad operare fortissimi rincari su tutti i prodotti in listino. Carlo Rienzi, presidente delle associazioni per la difesa dei consumatori, spiega: “sdraio, lettini, ombrelloni, parcheggi auto, cibi, bevande e tutti i servizi offerti dagli stabilimenti balneari costeranno senza dubbio di più rispetto agli anni passati, anche se al momento è presto per quantificare i rincari. Gli aumenti di prezzi e tariffe saranno purtroppo inevitabili a causa sia delle minori entrate per i lidi, sia per i maggiori costi che dovranno affrontare i gestori. In primo luogo, se i posti in spiaggia dovranno rispettare le distanze minime, gli stabilimenti potranno contare su un minor numero di ombrelloni, sdraio e lettini da collocare in battigia, con presenze giornaliere ridotte rispetto agli scorsi anni e conseguenti minori guadagni. I titolari dei lidi dovranno inoltre affrontare nuovi costi legati a sicurezza, manutenzione e sanificazione delle strutture, e al momento non possono contare su abbonamenti stagionali, non essendoci ancora nessuna certezza sulle prossime fasi dell’ emergenza”.
Fa eco il Sindacato dei Balneari, che lamenta linee guida troppo restrittive. A rischio, se le misure saranno rese definitive, alcune delle più importanti località italiane, le quali per mancanza di spazi adeguati non potranno riaprire al pubblico. Si spera, per non vedere sfumare i guadagni dell’intera stagione, in nuove misure meno rigide da parte delle Regioni. Così il Sib: “Sembrerebbe che queste prescrizioni dell’Inail siano puramente indicative e non vincolanti, tanto che le Regioni, contemporaneamente, stanno emanando disposizioni altrettanto efficaci ma più praticabili. Ci aspettiamo dal Governo e dalle Regioni un immediato contributo di buon senso e di doverosa chiarezza. In questo momento storico è utile ricordare a tutti che la spiaggia e il mare costituiscono, da sempre, luoghi di salubrità fisica e psichica. Gli imprenditori balneari italiani sono pronti a continuare la tradizione plurisecolare che ha reso la balneazione attrezzata italiana famosa nel mondo. Ci auguriamo che siano messi nella condizione di poterlo continuare a fare.”
Se le regole per gli stabilimenti balneari sembrano purtroppo chiare e non facilmente aggirabili, sono rimaste più fumose le linee guida relative alle spiagge libere. Alcune norme, preannunciate dalle bozze di decreti e ipotizzate dall’Inail e dall’Istituto di Sanità, non hanno infine trovato spazio nei decreti ufficialmente diffusi all’inizio della fase 2. Non si fa alcun cenno, ad esempio, agli accessi su prenotazione.
Restano, come punti fermi, il distanziamento sociale e l’uso del buon senso. Gli ombrelloni e le sdraio dovranno essere posizionati autonomamente nel rispetto delle distanze minime. Il metro abbondante tra una persona e l’altra dovrà essere mantenuto anche durante le passeggiate sul bagnasciuga e i bagni al mare. Saranno inoltre vietati gli sport che prevedono il contatto fisico mentre si potranno organizzare partite a beach volley e racchettoni, purché non costituiscano assembramento. Si pensa già alle figure che saranno incaricate di far rispettare le norme, le quali diventeranno ormai presenze fisse in tutti i luoghi pubblici e specialmente in quelli non ben regolamentati, come appunto le spiagge libere.
Come trascorrerai le vacanze estive? Frequenterai gli stabilimenti balneari, le spiagge libere o pensi che non ti recherai al mare perché scoraggiato dalle norme troppo restrittive? Raccontacelo nei commenti.
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