L'alfabetizzazione nel mondo: i dati 2020

Michela Morelli

Si è celebrata lo scorso 8 settembre la Giornata Internazionale dell’alfabetizzazione. Mai come quest’anno il problema di educazione e formazione primaria sono stati al centro della scena. L’OMS ritiene infatti che, con la chiusura delle scuole per quasi 1,6 miliardi di studenti in più di 190 Paesi, la pandemia da Covid abbia provocato la più grande interruzione dei sistemi educativi nella storia.

I dati dell’anno in corso

L’Unicef ha diffuso dati che sono davvero allarmanti: dei quasi 1,6 miliardi di studenti le cui scuole hanno chiuso, circa 463 milioni, oltre il 30% non sono stati in grado di accedere alla didattica a distanza. Una situazione drammatica già in partenza, che l’emergenza sanitaria non ha fatto che aggravare. Il digital divide ha colpito soprattutto i Paesi a basso reddito come quelli dell’Africa subsahariana, dove quasi il 90% degli studenti non ha accesso a un computer e l’82% non ha Internet a casa.

Samantha Tedesco, Responsabile Advocacy e Programmi di SOS Villaggi dei Bambini, mette in evidenza un’ulteriore criticità legata all’educazione ai tempi del Covid.

“La chiusura delle scuole, sia pur necessaria, ha danneggiato tutti i bambini ma, come tutte le crisi, ha avuto ripercussioni maggiori sui bambini che appartengono a famiglie vulnerabili; parliamo di giovani vittime di violenza, di bambini che vivono in case-famiglia, di minorenni stranieri non accompagnati.

Di fatto, si è realizzata una discriminazione ulteriore sui bambini già in situazione di fragilità. Abbiamo bisogno di sanare questa discriminazione, di riaprire le scuole senza esitazioni o sterili discussioni. La questione su cui oggi tanto si dibatte, quella dei banchi individuali, non è certamente prioritaria, anzi rischia di essere controproducente. Il banco singolo non farà che aumentare l’isolamento dei bambini e ragazzi, molto meglio sarebbe utilizzare i banchi che ci sono in maniera originale mantenendo la distanza necessaria tra le pieghe labiali dei bambini: è fattibile, sostenibile e soprattutto consentirebbe a tutti i bambini di sentirsi ancora parte di una comunità, dopo mesi di DAD.”

Alfabetizzazione ed analfabetismo funzionale

Sono 773 milioni i giovani e gli adulti che non possiedono un’alfabetizzazione di base. Ma non sono più incoraggianti i dati relativi all’analfabetismo funzionale, che colpisce il 28 per cento della popolazione tra i 16 e i 65 anni in Italia. Gli analfabeti funzionali sanno leggere e scrivere, ma non sono in grado di comprendere appieno ed analizzare un discorso ed un testo complessi. E sono ancora troppi. I dati in nostro possesso ci rendono infatti il fanalino di coda d’Europa, insieme a Spagna e Turchia, che arriva addirittura al 47 per cento.


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